Davide Tranchina è nato a Bologna nel 1972, e divide vita e lavoro tra Milano e la sua città natale. Dal 2006 insegna Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, e dal 2011 all’Accademia di Bologna. Il suo percorso inizia nel 1998 e prende forma nella fascinazione per il concetto di viaggio. Gli strumenti eletti per muoversi tra passato, presente e futuro sono la fotografia, il video, e l’installazione, attraverso cui propone un’idea di realtà spesso sospesa in una narrazione visionaria. Spettri fotografici, profili di paesaggi e animali antichi proiettati su una parete, mondi imprigionati nelle boules de neige, sono alcune delle realtà che racconta attraverso l’obiettivo. «La scelta dei soggetti – sostiene l’artista – nasce dalla necessità di crearmi un orizzonte altro. La realtà che mi circonda non mi corrisponde, così descrivo porzioni di un mondo metafisico. Lo faccio trasfigurando oggetti d’uso quotidiano. Per me leggerezza significa stabilire un punto di vista nuovo e imprevisto sulle cose: è quello spostamento che genera interesse, un antidoto contro la retorica delle immagini, che nei casi migliori da vita ad una nuova visione del reale».
Le sue opere sono state presentate in numerosi spazi, in Italia e all’estero. Tra questi: MART (Rovereto, 2014 / 2013); Casa Robegan (Treviso, 2013); MAMBO (Bologna, 2013); MAMM (Mosca, 2014/ 2012); Betta Frigieri arte contemporanea (Modena, 2011); Galleria Nicoletta Rusconi (Milano, 2011/ 2009); Tempio di Adriano (Roma, 2011); Galleria Civica (Modena, 2011); Biennale di Praga (2009); ArtVerona (2007); Galleria Fotografia Italiana arte contemporanea (Milano, 2004); Galleria d’Arte Moderna (Bologna, 2003). Oltre al Premio Terna nel 2010, è stato selezionato tra i finalisti della seconda edizione del Premio Francesco Fabbri nel 2013, e tra i finalisti del Premio Agenore Fabbri IV, edizione 2009/2010. Le sue immagini sono state inserite in pubblicazioni sulla fotografia italiana e internazionale, Future Images (24ORE Cultura), Laboratorio Italia. La fotografia nell’arte contemporanea (Johan & Levi Editore), e Tre strade per la fotografia (APM Edizioni). Nel 2012 ha trascorso un periodo in residenza su una delle isole più inaccessibili del mondo, Montecristo. Da questa esperienza è nato il progetto 40 giorni e 40 notti a Montecristo.
Big Bang # 1,opera tra le vincitrici classificata del Premio Terna 03 nella categoria Megawatt porta in sé diversi significati. Da una parte c’è l’idea dell’origine, dall’altra quella di infinito. Le stelle le vediamo attraverso la luce che emanano, non ne abbiamo una conoscenza diretta, fisica, è qualcosa che esperiamo solo attraverso l’atto visivo, ed è quello che succede con la fotografia. In fondo la fotografia nel momento in cui congela un istante, in cui lo immortala, produce una distanza immediata rispetto a quel momento. «A me interessa molto l’idea di questa distanza – afferma Tranchina – si tratta di uno spazio mentale che lo spettatore cerca di colmare nel momento in cui si trova di fronte all’opera».