Studio ++. Il Giardino Cancellato

Architettura, Arshake, Arte contemporanea, Public art
Dieci anni fa tre giovani architetti hanno fondato a Firenze un progetto collettivo dal titolo Studio ++, messo in piedi per dare forma ad un percorso condiviso di ricerca artistica. La messa in opera, il contesto, il contatto con il pubblico, l’evoluzione, l’imprevisto sono gli elementi chiave del lavoro del trio, impegnato ad affrontare la realtà con l’occhio critico di chi conosce e sa impostare il rapporto tra spazio e materia, e vuole approfondire – in relazione a queste ultime – il valore del tempo e dell’impiego di nuove risorse prodotte dall’uomo, come le moderne tecnologie.
Fabio Ciaravella (1982), Umberto Daina (1979) e Vincenzo Fiore (1981) sono dunque affascinati dalla quotidianità e dal prodotto di relazioni multidisciplinari, di cui l’opera pubblica intitolata Il Giardino Cancellato, presentata all’interno delle seconda edizione del laboratorio Nel chiostro delle geometrie, si fa esempio calzante. Infatti, scelto uno spazio attivo e non convenzionale di Firenze, largo Annigoni, è stato impostato un progetto che affronti il rapporto tra architettura, vuoto e tempo. Il collettivo ha quindi realizzato sulla pavimentazione dello slargo una serie di geometrie che ricordano motivi e giardini arabeggianti. La particolarità? Il disegno è stato ricavato grazie all’impiego di un’idro-pulitrice ad alta pressione, che ha rimosso una patina di sporco ben delimitata – lasciata dal passaggio del tempo sulla superficie – rendendo possibile creare le composizioni volute. Si tratta di una sorta di opera pubblica in negativo, ottenuta dall’unione di più elementi che riguardano la città e il suo vissuto, sia quello evidente, sia quello di cui è permeata ma invisibile ad occhio nudo. L’eleganza delle forme, la delicatezza dell’approccio e contemporaneamente la potenza del contrasto de Il Giardino Cancellato spingono ad una riflessione che si estende oltre i confini del momento attuale, fino ad immaginare il futuro di questo spazio, abbandonato e non curato, e a meditare sull’importanza del tempo costruito e protetto dello spazio coltivato.
Si tratta di temi cari al collettivo: il vuoto, affrontato tramite la sottrazione e proposizione sotto nuove spoglie, è stato tradotto anche in altre installazioni come la serie Rosoni, ispirata alle vetrate delle chiese. Una riflessione su geometrie che da secoli abbelliscono spazi imponenti attraverso aperture studiate ad hoc, in questo caso riproposte in dimensioni ridotte ed attraverso la composizione di celle fotovoltaiche, una sorta di moderna restituzione della luce simbolica che ha filtrato attraverso di esse, letteralmente, nel tempo e nello spazio.
Breathing as a revolutionary message invece si è concentrata fisicamente sulla percezione dello spazio pubblico e la condivisione, lavorando nuovamente sull’idea di intervenire con decisa delicatezza all’interno di uno spazio urbano. Una persona, con un megafono vicino alla bocca nel bel mezzo di uno spazio pubblico, ha creato un’azione destabilizzante per coloro che si trovavano ad attraversare lo spazio del Cortile della Dogana a Palazzo Vecchio, Firenze, semplicemente amplificando il proprio respiro.
In sintesi, l’arte pubblica e l’arte contemporanea vissute da Studio ++ come perfetti terreni di indagine, di analisi del dubbio, di osservazione del contrasto tra presente e passato, di espressione di una tensione quotidianamente percepita e condivisa.
http://www.arshake.com/studio-il-giardino-cancellato/
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